Presentazione

Lo Sport è un diritto di tutti. Non è scritto nella Costituzione, della quale, con rispetto, riteniamo sia una carenza, ma lo diciamo noi. I pur lungimiranti Padri della Costituzione non potevano minimamente immaginare che proprio l’attività fisica sarebbe diventata uno dei bisogni dell’umanità.

Nell’emisfero Nord del mondo la più grave carenza non è il cibo, o l’acqua, o la libertà: è la carenza di moto, altrimenti detta sedentarietà.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità – organismo dell’ONU – già all’inizio del terzo millennio aveva inviato una raccomandazione ai Paesi “ricchi” nella quale si afferma che i loro cittadini avevano bisogno di svolgere molta attività fisica per combattere gli effetti della sedentarietà e di altri vizi moderni.

È un motivo per cui riteniamo che lo sport sia un diritto; ma ce ne sono altri: con lo sport si sta insieme, si socializza, si cerca il proprio benessere psicofisico, si prevengono le malattie e ci si libera dallo stress e si realizzano le proprie capacità.

La Nuova Atletica 87 è un’associazione di Sport Cultura e Tempo Libero, che organizza l’attività fisico-sportiva per tutti.

martedì 18 febbraio 2014

Sport e Shoah

Il libro: Si tenteranno d’offrire qui soltanto gli elementi iniziali d’un discorso. Spunti per nuove e più puntuali riflessioni. Materiali di primo approfondimento, che potrebbero avere delle positive ricadute all’interno della scuola presentando alle giovani generazioni la storia della Shoah da un versante poco frequentato. In luogo di quadri generali si proporranno all’attenzione casi esemplari. Vissuti individuali. In ciò assecondando la pedagogia alla base dello Yad Vaschem di Gerusalemme, il più importante Museo dell’Olocausto esistente al mondo e Scuola internazionale di studi sulla Shoah. La distruzione di massa, la “soluzione finale” del popolo ebraico pertanto come storia innanzitutto di vite umane. Di uomini e donne in carne ed ossa. Un’umanità, fissata nelle sue molecolari individualità, che posta di fronte al dramma cieco dello sterminio ha dovuto scegliere e confrontarsi con molteplici interrogativi di natura etica. Qualsiasi soggetto, “vittima, carnefice o spettatore” che sia, è sempre infatti, riprendendo uno dei principali assunti della storiografia sulla Shoah, chiamato di suo, nell’intimo della propria coscienza, a decidere e prendersi delle fondamentali responsabilità morali. Optando cioè per la vita o la morte, resistere od obbedire, opporsi o mostrare indifferenza, salvare o tradire. Rendendosi direttamente o indirettamente complice, oppure dimostrandosi, nella sua essenza più pura, autentico essere umano.
L’autore: svolge attività di ricerca presso l’Università di Roma Tor Vergata. Membro del Consiglio Direttivo della “Società Italiana di Storia dello Sport” (SISS), è autore di svariati saggi storici. Tra i suoi volumi più recenti:Lo sport e la Grande Guerra, Roma, 2001; Scrittura e sport. Primi sondaggi Otto-Novecenteschi, Verona, 2003; Sport e fascismo: il caso dell’atletica leggera, Palermo, 2003; Dorando Pietri dalla Via Emilia al West, Palermo, 2004;Compagni di squadra. Racconti non solo di sport, Milano, 2006; L’addestramento ginnico-militare nell’esercito italiano. 1946-1990 (con A. Teya), Roma, 2007; Due secoli di Arena e grande atletica a Milano, Milano, 2007; Pugni chiusi e cerchi olimpici, il lungo ‘68 dello sport italiano, Milano, 2008; per sedizioni cura la collana di Storia dello sport e ha pubblicato: Il mondiale dei destini incrociati - campionati del mondo di ciclismo su strada a Varese (con Antonio Ferretti) nel 2008, il romanzo Le resistenze di un bibliomaratoneta nel 2009, il saggio L'olimpiade dimezzata - storia e politica del boicottaggio nello sport nel 2010; e ancora: Pape Milan Aleppe: il Milan è un linguaggio di poeti e prosatori, 2010; ha curato il volume Che Guevara, il rugby, e altri scritti sulla palla ovale, 2011: e assieme a Claudio Gregori, Poi Milan e Benfica: 1963 la prima coppa dei campioni italiana, 2013.

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